Che Lecce sia un luogo magico, ricco di monumenti, chiese, vicoli, piazze e palazzi considerati uno dei fiori all'occhiello del Belpaese, riteniamo non sia più un mistero per nessuno.
Lecce, il capoluogo del Salento, espressione più fulgida e viva del barocco, non a caso, anno dopo anno, è inserita in cima ai luoghi da visitare e da scoprire almeno una volta nella vita. E, se analizziamo la quantità di tesori che la città e il Salento celano agli occhi dei visitatori frettolosi, ma che non nascondono a quelli degli amanti dell'arte, capiamo bene perché l'amministrazione comunale di Lecce ha proposto all'Unesco di essere candidata a Patrimonio dell'Umanità.
Salento Patrimonio dell'Unesco: un matrimonio possibile
Nonostante qualcuno critichi aspramente e in modo piuttosto veemente quest'iniziativa, l'appello del Salento pare stia veleggiando con il vento in poppa. Certo, il percorso non può che essere lungo e in salita ma, secondo gli esperti, mettendo in atto un gioco di squadra e promuovendo i tesori del territorio - le aree paludose e il bosco di Rauccio, "l'area marina di Porto Cesareo", lo spettacolare "litorale di Punta Pizzo", il Bosco di Cerano, "l'oasi WWF Le Cesine" e l'isola di Sant'Andrea, solo per citare alcuni dei luoghi che hanno reso famoso il Salento nel mondo - l'ambito riconoscimento sembra essere sempre più possibile.
E, a tal proposito, l'amministrazione comunale, ha messo a punto una sorta di chiamata pubblica, in modo tale che, chiunque voglia dare il proprio contributo alla causa, possa farlo in modo chiaro e semplice. In che modo?
Semplicemente, proponendo idee, scambio d'informazioni e contributi e sponsorizzazioni dell'iniziativa mirati a riscuotere un successo anche al di fuori dei confini nazionali, potendo contare anche sugli aiuti finanziari dell'Italia stessa e di alcuni Paesi del bacino mediterraneo, quali Albania e Montenegro. Ma adesso è giunto il tempo d'agire: la data di scadenza per la candidatura è fissata per il 30 gennaio 2017.